Nella seconda puntata dei "Pacchi di Zampa", dopo Francsco Modesto, parleremo di Tonino Asta. Antonino Asta, detto per l'appunto Tonino, nasce ad Alcamo il 17 novembre 1970 ma fin da bambino, esattamente ad 8 anni, si trasferisce con la famiglia a Milano dove, di fatto, crescerà. In realtà la storia di Tonino non è una di quelle storie-simbolo dell'emigrato che, lontano dalla propria terra, sfonda lastricando la propria vita di successi e di benessere. No... o meglio: poteva non esserlo. Si dice che Tonino sia stato costretto ad andare a lavorare, molto presto, nel bar dello zio, a Milano, perché i propri genitori si separarono e il papà tornò in Sicilia mentre la mamma restò in Lombardia dove, per campare, dovette iniziare a lavorare proprio nel bar del fratello. Tonino continuò a fare il barman fino all'età di 22 anni. La passione per il calcio continuava a bussare alla porta del giovane Tonino che, pur di rispondere "Presente", si "accollava" enormi sacrifici come quello di andarsi ad allenare a piedi a Corbetta, la sera, dopo aver lavorato duro al Bar per tutto il giorno. Tra campionati dilettantistici e ottime prestazioni, Antonino Asta riesce ad affacciarsi al grande calcio anche se abbastanza tardi, più o meno all'età di 27 anni, quando questi, esterno destro molto veloce e funambolico, viene visionato dal DS del Torino, Comi. Da lì un crescendo di successi fino a divenire il capitano dei granata ed a riuscire a vestire, seppur per una sola volta, la maglia azzurra della nazionale maggiore. I destini di Asta e del Palermo si incrociano nell'estate del 2002 e, se la prima stagione, pur iniziata in ritardo per via di una condizione fisica iniziale da ritrovare, riesce a chiudersi con 24 presenze e 3 reti, Tonino Asta non può affatto prevedere che la propria carriera si chiuderà proprio a Palermo l'anno successivo. Il 7 giugno del 2003, a Lecce si gioca una sorta di spareggio promozione per la serie A. Il Palermo perde male ed Asta resta colpito ad una gamba in maniera più grave del previsto. La parola magica sarà "ASTRAGALO" che non è appunto parte di una formula bensì un ossicino posto vicino alla caviglia, in una posizione così interna da render difficilissima la sua cura. Ad Asta viene diagnosticata la frattura dell'Astragalo e da allora inizia il suo calvario che lo porterà a chiudere proprio a Palermo una carriera tutto sommato buona. La storia di Tonino e del Palermo si conclude a colpi di carte bollate e di lettere di legali. Dopo 6 mesi di infortunio, vedendo che Asta non rientra, la società gli intima un termine trascorso il quale Asta verrà licenziato per giusta causa. La risposta legale di Tonino non si fa attendere e i suoi legali replicano appellandosi e vincendo definitivamente la causa dopo alcuni anni di lotte nelle aule del tribunale.
Ivan Trigona.
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