Nella lunghissima storia del Palermo sono tante le formazioni rimaste nel cuore dei numerosi tifosi delle varie generazioni, ciò a prescindere dalle categorie nelle quali i Rosanero si trovassero. Una delle formazioni più amate è stata certamente quella della rinascita susseguente al fallimento del 1986, identificata spesso come "il Palermo di Pino Caramanno" che ne fu l'allenatore. Uno dei giocatori espressamente richiesti dal tecnico di Piana degli Albanesi fu un certo Rocco Macrì, giovane trequartista che aveva già giocato per Caramanno nelle fila della Reggina, squadra della città in cui il giocatore nacque il 21/03/1966. In quella squadra totalmente rifondata Macrì venne subito inserito nell'undici titolare risultando, a fine stagione e a promozione ampiamente ottenuta, come tra i giocatori più presenti e più decisivi per i suoi equilibri. Quella formazione stravinse il proprio girone di C2 inondando di gioia la popolazione palermitana fresca reduce dalla terribile delusione del fallimento e della conseguente esclusione dal campionato di serie B. Per Macrì, alla fine, 30 presenze condite da 3 gol e numerosi assist per le punte Casale, D'Este, Nuccio e Perfetto. Nella seconda stagione, 1988/89, in C1 sotto la guida di Rumignani, Macrì non riuscì a trovare subito lo stesso spazio ottenuto nel campionato precedente. Gli arrivi di Cappellacci e di Butti relegarono Rocco in panchina ma il reggino non si abbattè e, allenamento dopo allenamento, riuscì a convincere Rumignani che lo ripagó con la sua fiducia. Macrì riuscì a scendere in campo ben 24 volte non segnando alcuna rete ma quel Palermo mancò il doppio salto, e quindi il ritorno in serie B, proprio all'ultima giornata pareggiando lo scontro diretto contro il Foggia allenato proprio dall'ex Pino Caramanno. Negli anni a seguire il connubio Macrì-Caramanno proseguì su altre piazze proprio in virtù della stima che l'allenatore nutriva verso quel giocatore così fondamentale per i suoi schemi. Ho rintracciato Rocco per conoscere il suo pensiero sul periodo-Coronavirus che stiamo vivendo e dal suo punto di vista ho riconosciuto esattamente la sua indole tosta e combattiva di sempre: <<A livello sanitario soffriamo delle risorse mancanti, ridotte o sperperate nel tempo dalla nostra classe politica. Ciò proprio perché nelle nomine dei vari responsabili regionali ritengo non si sia mai seguito il criterio del merito. A livello economico siamo proprio allo sfascio: continuano a prenderci solo in giro contando nell'abulia di un popolo, ahimè, incapace di farsi rispettare, come, invece, avviene nelle altre nazioni. Per ciò che riguarda lo sport ci si trova in una situazione surreale. Penso che le prime di ogni campionato dovrebbero essere promosse mentre per il resto delle squadre bisognerebbe impostare play-off e play-out in modo da consentire di terminare la stagione sulla base delle attuali classifiche. Merita un discorso a parte solo la serie A>>. Il punto di vista di Macrì è duro e deciso come può esserlo quello di noi gente del sud che per troppo tempo abbiamo subito, e continuiamo a subire, illusioni politiche che negli anni non sono comunque mai riuscite a sollevare il meridione fino a raggiungere condizioni economiche e sociali quantomeno accettabili. Ma a questo punto viene fuori il cuore Rosanero di Rocco: <<Il richiamo di Paermo per me è troppo forte. Per questo voglio inviare un caro saluto all'intera Palermo calcistica!>>. Ed io, caro Rocco, mi faccio volentieri portavoce di un così sincero e affettuoso saluto che la tifoseria Rosanero ricambierà, di certo, come suo solito, con altrettanto affetto.
IVAN TRIGONA