martedì 14 aprile 2020

GIAMPAOLO MONTESANO... pensieri e parole di un cuore Rosanero ai tempi del Coronavirus

Il Cuore Rosanero di oggi è un personaggio che negli anni ottanta ha letteralmente fatto impazzire il pubblico palermitano. Per parlare di lui, però, cercherò di non eccedere con i complimenti perché chi lo conosce bene sa che questi non lo fanno proprio impazzire. Se parli di Giampaolo Montesano a un tifoso del Palermo non potrai non notare una luce in fondo ai suoi occhi... Un bagliore dettato dal perfetto connubio tra entusiasmo ed amore sportivo perché lui, Giampaolo, nei suoi 5 anni a Palermo ha davvero giocato come in pochissimi hanno saputo fare lasciando che i tifosi potessero innamorarsi di lui. La sua caratteristica più apprezzata era il dribbling... Un dribbling stretto, ubriacante, funambolico, a volte perfino mortificante per il proprio marcatore che spesso con lui non sapeva che pesci prendere. Montesano amava giocare e, soprattutto, adorava farlo divertendosi: partiva palla al piede, saltava un avversario, il secondo, poi magari tornava indietro per rimarcarli entrambi... Se avesse potuto avrebbe dribblato pure se stesso o la propria ombra ma le leggi della fisica non glielo consentivano. Montesano arrivò a Palermo nel 1979 prelevato dal Varese: un lungo salto nel profondo sud che lo avrebbe lanciato verso una bella carriera. Se solo avesse "visto la porta" un po' di più avrebbe forse potuto ambire a palcoscenici da prima fascia del campionato di serie A ma lui era così: genio e sregolatezza... Follia e foga... Coraggio ed entusiasmo. Non si poteva imbrigliarlo con compiti di copertura o di marcatura: sarebbe stato come voler conservare un ghiacciolo sotto la sabbia del Sahara o come chiedere a un Leone di far finta di non vedere una gazzella sotto al proprio naso. In Rosanero Giampaolo conobbe ben 3 presidenze societarie: quella di Renzo Barbera, quella di Gaspare Gambino e quella di Roberto Parisi per non parlare degli allenatori che lo guidarono: Cadè, Veneranda, Di Bella, Renna, Giagnoni e Landoni... Tanti... Ma lui giocò sempre da titolare, stagione dopo stagione. A Palermo,  sempre in serie B, scese in campo ben 170 volte segnando 21 gol. Varie volte, nel corso delle stagioni "i suoi Palermo" lottarono fino all'ultimo per tornare in serie A... Spesso ci andarono davvero vicino mancandola per qualche punticino ma nella sua ultima stagione, un Palermo sulla carta ben attrezzato si piazzó 17° retrocedendo per la prima volta nella propria storia in terza serie. Una delusione profonda per la tifoseria ma anche per chi come Montesano aveva sempre dato tutto per la maglia rosa. Giampaolo venne ceduto all'Udinese del grandissimo Zico, di Franco Causio e di Enzo Ferrari e si affacciò per la prima volta verso il calcio di serie A. Ho chiesto a Montesano il proprio parere sul momento-Coronavirus e lui, come suo solito, non ha perso occasione per esternare in maniera globale il suo concetto: <<In questo momento difficile, soprattutto nella mia regione, la cosa che mi colpisce  maggiormente è il veder morire le persone senza potere aver vicini i propri cari. Il calcio deve fermarsi a riflettere perché la vita  è più importante del business. Capisco che sarà difficile ma ora mi aspetto che tutti, ma proprio tutti, anche i potenti della terra, finita questa brutta e brutale esperienza possano tornare umani e solidali con chi, purtroppo, nella vita ha avuto meno fortuna. Io so che finita questa drammatica storia forse tutto tornerà come prima perché la maggior parte di noi umani ama il  potere e il denaro, ma spero con tutto il mio cuore che questa volta non sia così e che si torni ai veri valori e princìpi della vita. La mia non è retorica ma è proprio quello che sento dentro di me. Un caro abbraccio ai tifosi Rosanero>>. Un commento... un punto di vista fedele alla personalità di questo grande cuore Rosanero cui, personalmente, voglio un gran bene e per il quale nutro una immensa stima. Perché conoscere Giampaolo Montesano significa anche immergersi in un concentrato di verità, di sincerità, di schiettezza e di spontaneità... Valori amabili ed ormai quantomeno rari soprattutto in personaggi di un mondo, quello del calcio, sempre meno vero e sempre più ipocrita. E allora grazie, Giampaolo... "brasiliano" di Aulla... Tu che ci hai fatto amare un calcio che forse, nonostante i tanti anni di serie A, non abbiamo più ritrovato se non nei nostri cuori.

IVAN TRIGONA


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