giovedì 2 aprile 2020

ARTURO DI NAPOLI... pensieri e parole di un cuore Rosanero ai tempi del coronavirus

Il personaggio di oggi è un ex Rosanero di un Palermo di 18 anni fa. Dopo un'estenuante trattativa con Franco Sensi, Maurizio Zamparini "sbarcò" nel capoluogo siciliano e, per allestire una squadra forte, è da ritoccare solo con qualche buon acquisto, pensò bene di trasferire in blocco più di metà del parco giocatori del Venezia al Palermo. In poche ore giunse presso il ritiro della squadra Rosanero a bordo di un pullman  una quindicina di giocatori di ottimo valore e tra essi proprio lui, Arturo Di Napoli, punta dalle grandi qualità che avrebbe fatto reparto con Pippo Maniero, con Cristian La Grotteria e con Peppe Mascara. Il mister designato fu Ezio Glerean, promettente tecnico dei miracoli per 6 stagioni al Cittadella, prima scelta di Zamparini ma a cui, in realtà, non fu dato neppure il beneficio del dubbio perché, dopo un precampionato così così, fu fatto fuori dal vulcanico tecnico friulano dopo una sola partita di campionato persa in quel di Ancona. Al suo posto subito dentro Daniele Arrigoni che nel corso del campionato fu, a sua volta, rilevato dall'esperto Nedo Sonetti che portò i rosa a giocarsi la promozione proprio all'ultima giornata contro il Lecce, in trasferta, non riuscendo, però, a completare la missione che gli era stata assegnata. In tutto questo "bailamme" Di Napoli disputó un campionato in chiaroscuro poiché, come moltissimi giocatori di grande talento, alternava partite straordinarie ad altre piuttosto anonime. Resta una grande certezza nel pubblico rosanero: Di Napoli era un grande giocatore... Si vedeva... Si capiva... Era uno di quelli capaci di spaccare la partita, di inventarsi la giocata in qualsiasi momento. Aveva talento. Di Napoli era la classica "croce e delizia" dei tifosi e, proprio in virtù di questo rendimento altalenante, in tutta la stagione riuscì a scendere in campo per 30 volte delle quali, però, solo 13 da titolare ed altre 17 da subentrato, realizzando comunque un buon bottino, in relazione ai minuti giocati: 8 gol. Memorabile la partita Palermo-Lecce, ultima del girone di andata, giocata a Palermo il 19 gennaio del 2003, quando Arturo decise la partita con due gol straordinari, in particolare il secondo al 94°, quando conquistò palla sulla linea di centrocampo, con uno stop a seguire d'esterno se la spostò sulla fascia sinistra tenendola incollata al piede in fuga solitaria, macinando campo e avversari  in disperata rincorsa, incontenibile come fosse al primo minuto di gioco presentandosi da solo davanti al povero Generoso Rossi che non poté fare altro che raccogliere, mestamente, la stessa palla "dal sacco". Devastante! Da quel giorno non riuscii a non amarlo e continuai a seguirlo anche nelle sue successive annate che videro il subliminarsi delle proprie caratteristiche in riva allo stretto, sponda messinese, di cui diventò idolo assoluto a suon di gol prima in B e poi in serie A. L'ho rintracciato ed anche a lui (che oggi fa l'allenatore) ho chiesto un parere in relazione alla situazione Coronavirus che ci attanaglia: <<La salute viene prima di tutto - ci dice Re Artù - ma fermare il calcio definitivamente, oggi, vorrebbe dire mettere ancor più in ginocchio il nostro paese vista l'incredibile rilevanza economica che questo sport ormai detiene. Alle istituzioni sportive il duro compito di decidere e di farlo con il giusto equilibrio, cosa che non ritengo affatto semplice>>. L'attenzione di Di Napoli si focalizza, quindi, sugli aspetti puramente sportivi della questione e, personalmente, non posso non convenire con lui che anche l'aspetto sportivo conseguente alla crisi mondiale causata dal Covid 19, visti i volumi economici mossi, rappresenti oggi una grossa fetta della crisi economica che si è pericolosamente innescata. Un motivo in più per ripeterci che ce la faremo, che ci rialzeremo anche da questa rovinosa caduta, che torneremo a gioire dagli spalti dei nostri stadi o dai divani di casa... Io ci credo e, sono certo, anche Re Artù!

IVAN TRIGONA


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