mercoledì 1 aprile 2020

DONATO CANCELLI... pensieri e parole di un cuore Rosanero ai tempi del coronavirus

Donato Cancelli, da Bagnolo del Salento in provincia di Lecce, arrivó a Palermo nell'estate del 1989 a 24 anni dopo due ottime stagioni tra le fila del Giarre, in un Palermo di serie C1 affidato all'esperienza di Franco Liguori in panchina e la cui presidenza era appena passata da Salvino Lagumina a Giovanni Ferrara. Era un Palermo già ambizioso perché conscio del proprio blasone e Cancelli rappresentava un giovane dalle ottime credenziali che avrebbe fatto proprio comodo alla squadra rosa per le sue caratteristiche da incursore, un po' ala, un po' funambolo, di certo giocatore capace di creare scompiglio nelle difese avversarie partendo dalla fascia. Cancelli giunse a Palermo in un momento d'oro per la città: i Mondiali del 1990 sullo sfondo, uno stadio in totale rifacimento ed una città interamente mobilitata e in fermento per adeguare infrastrutture e servizi così da rendere Palermo adeguata al ruolo internazionale richiesto da una tale manifestazione. Quel Palermo era un'ottima squadra: oltre a Cancelli il compianto Gaetano Musella, giocatore dal talento eccezionale e poi Favo, De Sensi, Biffi, Bianchi in porta, Bucciarelli, Bresciani, Cangini... Insomma, una squadra ben attrezzata per poter tentare il salto di categoria ma spesso i progetti non collimano con i fatti e quindi quel Palermo, alla fine, giunse soltanto 5° in classifica ma fu anche finalista di Coppa Italia di serie C contro la Lucchese, inaugurando la nuova "Favorita", sfavillante quel 30 maggio del 1990, alla quale in quell'indimenticabile serata mancò solo quella coppa maledetta da sollevare. In quell'occasione Cancelli si riveló, suo malgrado, decisivo negativamente poiché sbaglió fatalmente quell'unico rigore per i rosa sufficiente a consegnare il trofeo ai toscani. Al termine di quel campionato Donato Cancelli scese in campo ben 28 volte violando la porta avversaria in 3 occasioni ma le sue prestazioni gli assicurarono la riconferma per riprovare il salto di categoria la stagione successiva. La squadra venne ulteriormente rinforzata con gli innesti di Giacomino Modica in cabina di regia, di Paolucci, di Lunerti al centro dell'attacco e poi, ancora, di Danelutti, di Scaglia e di Totò Tarantino. In porta tornó il portiere-talismano, Pietro Pappalardo, che non fallì neppure in quell'occasione. Dopo un inizio piuttosto in sordina Liguori fu silurato per far posto ad Enzo Ferrari, ex giocatore Rosa degli anni 70 nonché ex allenatore di serie A (aveva guidato l'Udinese di Zico, Causio e Montesano) e infatti il baffuto tecnico riuscì a risollevare morale e prestazioni della squadra ottenendo un prezioso secondo posto in classifica che valse il ritorno in serie B e la terza finale di Coppa Italia di C, ancora una volta, però, perduta contro i brianzoli del Monza. In quella stagione Cancelli trovò meno spazio poiché chiuso da Paolucci e scese in campo 20 volte non segnando alcuna rete. Nonostante il tempo trascorso Donato è rimasto molto legato al suo periodo palermitano. Questo il suo pensiero sul momento storico che stiamo tutti vivendo: <<In questo momento, molto difficile per tutti noi, vi prego di seguire alla lettera le indicazioni ministeriali. Con pazienza ed impegno sono sicuro che ce la faremo. Quando tutto sarà finito, ognuno di noi si sentirà una persona diversa ed affronterà la vita con un nuovo spirito e con più serenità. Mando un forte abbraccio a tutti i tifosi del mio amato Palermo, il mio cuore è lì con voi>> e sono certo, caro Donato, che anche nel nostro cuore da tifosi incalliti e anche un po' sentimentali ci sia ancora posto per te, giovane ala di un Palermo che mai abbiamo dimenticato.

IVAN TRIGONA 



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