venerdì 3 aprile 2020

FABRIZIO BUCCIARELLI... pensieri e parole di un cuore Rosanero ai tempi del coronavirus

Quando Fabrizio Bucciarelli venne acquistato dal Palermo, nel 1988, chi scrive aveva solo 15 anni, amava il calcio come la sua vita e sognava di poter fare il calciatore, proprio nel ruolo di difensore centrale. Da sempre sfegatato tifoso Rosanero, la mattina mi ritrovavo a marinare spesso la scuola rischiando terribili punizioni per portarmi, a piedi, al campo Vycpaleck di Mondello, un campo di periferia che il Palermo di Rumignani adoperava per allenarsi, alternandolo alla spiaggia di Mondello, per ovviare ai lavori di rifacimento dello stadio "La Favorita" in previsione dei Campionati Mondiali del 1990. Me ne stavo lì, quasi sempre da solo, sui gradoni in cemento di quel campetto e mi godevo i miei beniamini, tutti per me, mentre si allenavano a pochi metri di distanza. Ne sentivo le voci, ridevo dei loro scherzi, mi esaltavo per le loro prodezze, seguivo ogni loro movimento... Il mio sogno era sempre quello: volevo fare il calciatore. Non potei non notare quel ragazzo giovanissimo, alto, statuario, elegante nella postura e nei movimenti che si piazzava al centro della difesa nelle partitelle o nella prova delle fasi difensive e da lì, vicino al compagno di reparto Biffi, dirigeva con personalità movimenti e meccanismi opponendosi in marcatura ferrea ma sempre pulita e corretta ai propri avversari, fossero pure i propri compagni in allenamento. Fabrizio Bucciarelli divenne un punto fermo del Palermo e restò nel capoluogo siciliano per ben 7 stagioni alternando campionati di Serie B (3) ad altri di serie C1 (4). La carriera di Bucciarelli sembrava davvero orientata verso una crescita esponenziale. Anno dopo anno il nostro difensore acquisìva sempre maggiore esperienza, mestiere, carisma e dopo tre tornei di serie C sempre ai vertici ottenne in maglia rosa la tanto agognata promozione nella serie cadetta. Stagione 1991/92... Anche io vestivo la maglia Rosanero ma della formazione Primavera. Non ero un protagonista ma un ragazzo che continuava a sognare con passione e sacrificio cercando di abbattere i propri limiti. In un freddo pomeriggio di febbraio, giunto al campo d'allenamento, mi sentii dire che dovevo spostarmi allo stadio per allenarmi con la prima squadra. Mi sembró un sogno... Mi ritrovai in campo, nella partitella del giovedì pomeriggio al centro della difesa delle riserve. Cercavo di somigliare a lui, a Fabrizio Bucciarelli che, ovviamente, da lontano vedevo muoversi con la consueta eleganza... L'eleganza di un cigno... Io ero solo un brutto anatroccolo ma felice. Per quello ed un altro allenamento potei studiarlo da vicino... Capii che dovevo ancora lavorare molto e di tempo, purtroppo, non ce n'era. Di lì ad un mese, però, la carriera di Fabrizio subì un brusco stop, proprio mentre lo stopper era pronto a volare alto. Era il 29 marzo del 1992 e alla Favorita si giocava Palermo-Bologna. La gamba di Bucciarelli fece "crack": un grave infortunio lo fermò nel momento più bello della sua parabola ascendente. Il recupero fu lento, la stagione finì con una nuova retrocessione in C1 ma da quel momento per il "Buccia" furono più le amarezze che le soddisfazioni: 6 presenze in C, nuova promozione ed altri 7 gettoni in B... Campionati da comparsa per un difensore che meritava palcoscenici ben più prestigiosi fino all'ultimo, 1994/95, ancora in B quando, sotto la guida di mister Salvemini, Bucciarelli venne considerato come quarta scelta tra i centrali di difesa, dopo Biffi, Ferrara e Taccola. Nonostante tali traversie le sue presenze a fine stagione furono 19 ma le sue ambizioni di crescita si conclusero, in pratica, con quel campionato visto che da lì in avanti per Fabrizio si aprirono solo palcoscenici di C2 e C1 se si esclude il suo ultimo campionato da professionista giocato nella serie A Australiana. Mi ritrovo spesso a sollecitare Fabrizio Bucciarelli... Spesso gli rompo un po' le scatole per conoscere il suo parere sul Palermo o per fargli lanciare un videomessaggio ai nostri tifosi e lui, da generoso, entusiasta ed innamorato dei colori Rosanero qual'è non mi ha mai detto di no ed ha sempre risposto con grande disponibilità ad ogni richiesta. Anche questa volta Fabrizio mi riporta il suo pensiero sul terribile momento vissuto da tutti noi: <<Ivan - mi dice - devo dire che è dura rimanere a casa ma alla tentazione di infrangere le direttive del governo, sinceramente, dico "No", perché ogni giorno in tv e in rete si vedono immagini di esseri umani ricoverati in ospedale, intubati!!! Amiamo la vita, rimaniamo in casa, tornerà il momento che ci incontreremo tutti insieme, vicini vicini anche allo stadio a tifare le nostre squadre del cuore!!!! Voglio inviare un abbraccio virtuale a tutte le persone che hanno perso un proprio caro a causa di questo terribile virus ed a tutti coloro che stanno combattendo con grande coraggio questo maledetto male!!!!! NON MOLLIAMO!!>>. E non lo faremo, caro Fabrizio... Proprio come facevi tu in campo. Morderemo le caviglie a questo avversario accanito e pericolosissimo. Usciremo dal campo sudati ma fieri come il Fabrizio Bucciarelli che ammiravo al campetto di Mondello o come quello che sapeva fermare i migliori centravanti delle corazzate di serie B... Ce la faremo... E torneremo a sognare insieme.

IVAN TRIGONA 




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