Il Cuore Rosanero di oggi è un palermitano, uno di quei giocatori che hanno saputo soffrire per arrivare a buonissimi livelli partendo dalle categorie più basse. Infatti la sua carriera iniziò proprio dalla "Promozione" per giungere ai suoi massimi livelli in diverse stagioni di serie B. Il suo nome è Salvatore ma i tifosi lo hanno sempre chiamato Totò e di cognome fa Tarantino. Dalla "Promozione" giunge direttamente all'Interregionale (l'attuale serie D) in un periodo storico in cui la categoria "Eccellenza" non era ancora stata inserita nella composizione dei campionati federali non professionistici. Da quei primi anni di carriera d'inizio anni 80 Tarantino cresce costantemente e lo fa come calciatore ma anche come uomo acquisendo esperienza, malizia, maturità, personalità fino a divenire uno dei giocatori più apprezzati nel panorama calcistico regionale. Nel 1986 le sue strade e quelle del Palermo si incrociano già dopo alcune sue ottime stagioni a Caltanissetta, alla Nissa. Il Palermo lo acquista per disputare il campionato di serie B ma la fortuna non gira dalla sua parte perché quel traguardo tanto agognato, il sogno di indossare la maglia Rosanero della squadra della propria città, non può avverarsi: il Palermo non riesce ad iscriversi al campionato e fallisce. Tarantino si ritrova di colpo libero e si accasa lontano lontano andando a provare ad imporsi nel calcio extraregionale, a Venezia, in quella che rimarrà la sua unica esperienza lontano dalla Sicilia, ma non va bene. In Veneto colleziona solo 5 presenze e già in novembre fa ritorno in Sicilia, al Trapani, in C2. Si avvicina lentamente alla sua esperienza forse più bella: il Licata, in serie C1. La squadra agrigentina compie un miracolo e ottiene subito la promozione in serie B. Tarantino rimarrà da titolare e disputerà due buonissime stagioni in maglia gialloblù: 69 presenze e 5 reti nella serie cadetta sono un ottimo bottino per lui. Purtroppo, però, alla sua seconda stagione di B arriva la retrocessione e il ritorno in C1. A quel punto la sua strada e quella del Palermo tornano a riincrociarsi: il "matrimonio" questa volta si fa. Stagione 1990/91, in panchina inizia Franco Liguori, il Palermo è ancora in C1 ma vuole risalire a tutto i costi in serie B, la categoria perduta proprio a tavolino 4 anni prima... Perduta dal Palermo ma perduta anche da Totò, almeno, con la maglia rosa. Giovanni Ferrara mette a disposizione del mister un'ottimo organico. La squadra, dopo una partenza un po' così viene, però, affidata ad Enzo Ferrari. Il Palermo inizia a spaccare il campionato: Pappalardo, De Sensi, Pocetta, Tarantino (Cotroneo), Bucciarelli, Biffi, Paolucci, Favo, Lunerti, Modica e Cangini. Questa la formazione che divertirà i propri tifosi domenica dopo domenica mostrando un gioco piacevole, ottime soluzioni ed ottenendo quel 2° posto che ai tempi dava il lasciapassare diretto per il torneo di serie B. La stagione di Tarantino non è esaltante, a dire il vero, ed alla fine otterrà 23 presenze con un gol segnato, dividendosi, in pratica, ruolo e stagione con Cotroneo e Danelutti. Totó non gioca male, assolutamente, ma non riesce ad esprimersi al meglio, così come, invece già fatto a Licata e come tornerà a fare qualche stagione più avanti rigiocando altri due ottimi campionati di serie B, questa volta con la maglia amaranto dell'Acireale. Per la stagione di serie cadetta 1991/92 del Palermo non verrà confermato e rimarrà in C1 per altre due stagioni, al Giarre, prima dell'esperienza acese di cui sopra. Ho rintracciato Totò Tarantino chiedendo anche a lui un parere sulla situazione-Coronavirus che stiamo tutti vivendo e lui ha, così, espresso il proprio parere sul gruppo web "Palermo in Rosa&Nero": «Cᴀʀᴏ Iᴠᴀɴ, ᴅɪ ғʀᴏɴᴛᴇ ᴀᴅ ᴜɴᴀ sɪᴛᴜᴀᴢɪᴏɴᴇ ᴅ'ᴇᴍᴇʀɢᴇɴᴢᴀ, ᴄᴏsɪ̀ ᴄᴏᴍᴇ ᴛᴜᴛᴛɪ, sɪᴀᴍᴏ ᴄʜɪᴀᴍᴀᴛɪ ᴀ ғᴀʀᴇ ʟᴀ ɴᴏsᴛʀᴀ ᴘᴀʀᴛᴇ ᴇ ᴀᴅ ᴇssᴇʀᴇ ᴘɪᴜ̀ ʀᴇsᴘᴏɴsᴀʙɪʟɪ ɪɴ ᴛᴜᴛᴛᴏ ᴄɪᴏ̀ ᴄʜᴇ ғᴀᴄᴄɪᴀᴍᴏ. Iɴ ᴍᴇʀɪᴛᴏ ᴀʟ ᴄᴀᴍᴘɪᴏɴᴀᴛᴏ ᴅᴇʟ Pᴀʟᴇʀᴍᴏ, ʟ'ᴜɴɪᴄᴏ ᴘᴇɴsɪᴇʀᴏ ᴄʜᴇ ᴍɪ ᴠɪᴇɴᴇ ɪɴ ᴍᴇɴᴛᴇ ᴇ̀ ʟᴀ sᴘᴇʀᴀɴᴢᴀ ᴄʜᴇ ᴛᴜᴛᴛᴏ ᴘᴏssᴀ ᴇssᴇʀᴇ sᴘᴏsᴛᴀᴛᴏ ᴜɴ ᴘᴏ' ᴘɪᴜ̀ ᴀᴠᴀɴᴛɪ, ᴀ ᴛᴇᴍᴘɪ ᴘɪᴜ̀ ᴏᴘᴘᴏʀᴛᴜɴɪ. Lᴀ sᴀʟᴜᴛᴇ, ᴄᴏsɪ̀ ᴄᴏᴍᴇ ʟᴀ ᴠɪᴛᴀ ᴇ̀ ᴜɴᴀ sᴏʟᴀ ᴇ ᴅᴏʙʙɪᴀᴍᴏ ғᴀʀᴇ ᴛᴜᴛᴛᴏ ᴄɪᴏ̀ ᴄʜᴇ ᴘᴏssɪᴀᴍᴏ ᴘᴇʀ ᴘᴏʀᴛᴀʀʟᴇ ᴀᴠᴀɴᴛɪ ɪʟ ᴘɪᴜ̀ ᴀ ʟᴜɴɢᴏ ᴘᴏssɪʙɪʟᴇ. Iɴ ᴏɢɴɪ ᴄᴀsᴏ, sᴏɴᴏ ᴄᴇʀᴛᴏ ᴄʜᴇ sɪᴀᴍᴏ ɢɪᴀ̀ ɪɴ Lᴇɢᴀᴘʀᴏ. Uɴ ᴀʙʙʀᴀᴄᴄɪᴏ ᴘᴇʀ ᴛᴜᴛᴛɪ ɪ ᴛɪғᴏsɪ Rᴏsᴀɴᴇʀᴏ ᴇ sᴇᴍᴘʀᴇ Fᴏʀᴢᴀ Pᴀʟᴇʀᴍᴏ!!». Un pensiero da supporter vero, quello di Totò. Il punto di vista di un tifoso che ha avuto il grande privilegio e l'immensa soddisfazione di poter vestire i colori, amati, della propria squadra del cuore e di averli difesi sempre dando il massimo delle proprie possibilità. Chi conosce bene Totò sa che il vero Tarantino avrebbe potuto fare molto meglio e avrebbe potuto restare a Palermo forse fino a fine carriera ma il calcio a volte è un po' così: le cose logiche diventano illogiche, le cose facili possono divenire difficili e le annate che speri possano essere perfette si complicano senza un perché. Resta l'affetto, la stima e il ricordo di un giocatore serio, impegnato che ha sempre lasciato il campo con la maglia madida di sudore e le gambe a pezzi: tutto ciò che interessa ad un vero tifoso per conservare nel proprio cuore uno splendido ricordo di un calciatore.
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