IVAN TRIGONA
Blog personale... Spazio destinato alle idee, alle chicche, ai pensieri, alle impressioni di un uomo normale che crede che condividere sia sempre meglio che chiudersi in se stessi.
sabato 28 marzo 2020
FRANCO FALCETTA... pensieri e parole di un cuore Rosanero ai tempi del Coronavirus
Di lui ricordo che era uno dei miei difensori preferiti, perché era uno tosto, uno che in campo dava tutto e che difficilmente accettava d'essere superato dal suo avversario. Quando arrivò a Palermo, nel 1984 avevo 11 anni e seguivo il Palermo già da almeno 5 anni... Dormivo sulla pagina più rosa dell'album della Panini e provavo ad imparare tutto sui miei eroi. Falcetta restò a Palermo per due stagioni in un periodo piuttosto "caldo" per la nostra città. Il primo campionato che giocò in maglia rosa fu di serie C1; quello fu anche il primo giocato in serie C dal Palermo, stagione 1984/85 sotto la guida di Tom Rosati, un sergente di ferro che sapeva come tirare fuori il massimo dai propri giocatori anche a suon di "ceffoni" quand'era il caso. Era il Palermo di Ranieri, di Paleari, di Lele Messina, di Majo, dei giovani De Vitis e Majellaro e... di Falcetta. Ma era anche, e soprattutto, il Palermo di Roberto Parisi, il Presidente che il 23 febbraio del 1985 venne trucidato dalla mafia a Partanna Mondello. La squadra proseguì sotto la guida del Vicepresidente Salvatore Matta. In quel campionato Franco collezionó 25 presenze e si conquistò la conferma per la stagione successiva, in serie B, a seguito dell'immediata promozione raggiunta al termine del campionato. Anche la stagione successiva, 1985/86, sarebbe stata ricordata per sempre nella storia del Palermo calcio. Al termine di un campionato massacrante iniziato in panchina da Giagnoni ma concluso da Veneranda i Rosanero si salvarono all'ultima giornata grazie a un gol del "primavera" Giovanni Tarantino che regoló il Monza. Nel frattempo il Palermo venne condannato, nell'ambito del secondo scandalo del calcio scommesse, a dover scontare una penalizzazione di 5 punti nel campionato successivo oltre alla squalifica di quasi tutti i propri calciatori in rosa, compresi il Presidente Matta e l'amministratore Schillaci, con pene variabili da 1 mese a 5 anni. Quell'anno Falcetta giocò allo spasimo per 25 volte segnando anche un gol ma il Palermo non riuscì ad iscriversi al successivo campionato cadetto perché fu dichiarato fallito dalla Lega Calcio per debiti pregressi. E il calcio sparì da Palermo per una stagione per tornare, in C2, nella stagione 1987/88. Due anni per Franco da Osimo qui a Palermo, ma due anni intensi, tosti, indimenticabili nel bene e nel male, ma tali da far restare il Rosanero per sempre nel cuore di Falcetta. Da me rintracciato e interpellato sul momento storico che stiamo vivendo snocciola il suo pensiero: <<Certamente il periodo che stiamo vivendo - ci dice - ha catapultato la nostra società all'interno di un film che alterna momenti di vita quotidiana a momenti di profondo scoramento perché se ci fermiamo un attimo a pensare, la situazione è più grave di quanto si pensi. L'Italia è falcidiata dai contagi e dai lutti e il continuo susseguirsi di notizie, a volte contrastanti tra loro, mettono ancora più ansia in ognuno di noi. Io penso - continua Falcetta - che sarebbe più giusto seguire in maniera pedissequa le indicazioni che ci vengono date dagli organi governativi con la speranza che qualcuno trovi presto un vaccino, ma abbiamo tutti fretta che questo avvenga il prima possibile>>. È a questo punto che Falcetta si congeda ma non prima di un affettuoso pensiero ai suoi ex tifosi e ai colori Rosanero: <<Abbraccio Palermo e i palermitani; vi voglio bene, dico "Forza Palermo" ma oggi bisogna anche dire "Forza Italia"!!! >>. Grazie Franco, roccia della difesa di un Palermo malconcio ma che abbiamo sempre amato.
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