Raccontarvi di Max Cappioli, il decimo capitano della nostra rassegna, non è facile. Max è stato uno dei capitani più amati dal tifo palermitano, pur essendo rimasto all’ombra del “Pellegrino” per sole 2 stagioni e lo è stato per la sua carriera prestigiosa, per le sue doti tecniche, agonistiche e carismatiche ma, soprattutto, perché Cappioli, se vogliamo, è stato il simbolo dell’evoluzione e dell’inizio dell’emancipazione calcistica del Palermo dopo anni ed anni di “oscurantismo”. Massimiliano Cappioli nasce a Roma il 17 gennaio del 1968 e proprio a Roma cresce calcisticamente iniziando a tirar calci nel “Pescatori Ostia”, squadra di borgata capitolina fondata da un gruppo di “barcaroli” negli anni settanta e nella quale, oltre al nostro protagonista, iniziarono la propria carriera altri ragazzini che riuscirono a diventare dei calciatori veri: Andrea Silenzi, Alessio Scarchilli, Antonio Criniti su tutti e dove chiuse la propria carriera, oltre a Cappioli stesso, anche il compagno in maglia giallorossa Marco Del Vecchio. Dai racconti di alcuni dei personaggi di cui sopra, in particolare di Andrea Silenzi, sembra che fin da giovanissimo a Max Cappioli piacesse mettere in bella mostra le proprie, spiccate, qualità tecniche ed una gran personalità. Come nelle più belle favole Cappioli venne notato dalla Roma alla quale venne ceduto. Lì ebbe modo di formarsi definitivamente come calciatore e a 18 anni venne ceduto “per farsi le ossa” al Cagliari, squadra nella quale rimase per ben 5 stagioni collezionando la bellezza di 3 promozioni consecutive che lo portarono dalla serie C1 fino all’esordio in serie A a 22 anni. Max Cappioli giocherà in carriera ben 380 partite da professionista (246 in serie A, 60 in B e 74 in C1) siglando la bellezza di 66 reti (35 nella massima serie, 10 tra i cadetti e 21 in C1) un ottimo bottino per un regista seppur con qualità abbastanza offensive ed uno spiccato senso del gol: più che un numero "10" avremmo potuto definirlo un "10 e 1/2". Nello “score” di Massimiliano Cappioli anche la soddisfazione di una presenza con la maglia azzurra della Nazionale maggiore, il 16 febbraio del 1994 a Napoli in Italia-Francia che, però, si concluse con una sconfitta casalinga per 0-1. Cappioli giunse in maglia rosanero nel luglio del 2000, proprio nel primo mercato condotto dalla gestione Sensi e rappresentò l’acquisto di grido, quello di prestigio con cui proprio il patron della Roma si presentò al pubblico della sua nuova squadra. L’acquisto di Cappioli significava un’inversione di tendenza rispetto al passato: la dichiarazione palese del proprio obiettivo… un Palermo nella massima serie. Quel Palermo militava ancora in C1 e Cappioli arrivava a Palermo dopo ben 13 campionati consecutivi in serie A in piazze come Cagliari, Udinese, Bologna, Perugia ma soprattutto Roma. Per lui forse si trattò di una scelta di vita più che professionale visto che sia in serie A che in serie B, nonostante i suoi 32 anni, le offerte non gli sarebbero certamente mancate non essendo, comunque, ancora calcisticamente “cotto” e, soprattutto, essendosi mantenuto integro fisicamente, così com'ebbe modo di dimostrare ampiamente proprio a Palermo. Con il Palermo Cappioli scese in campo 57 volte segnando 16 gol in 2 stagioni: la prima in terza serie al termine della quale contribuì fortemente ad una straordinaria promozione e la seconda proprio in serie cadetta, un pizzico più in ombra rispetto alla prima ma pur sempre da gran protagonista ed immenso punto di riferimento per lo spogliatoio e per la piazza intera. Rintraccio Cappioli in una zona telefonicamente proibitiva e la mia prima domanda lo interroga proprio sul significato della parola Palermo per i suoi… sensi: <<Palermo vuol dire tante cose: un periodo fantastico, una piazza entusiasta che mi amò fin da subito, un ottimo momento calcistico ma anche tanto sole, il mare… Mondello. A Palermo mi trovai benissimo anche per via di certe analogie che ritrovai tra il capoluogo siculo e la mia città natìa, Roma: il calore della gente, il tifo appassionato ed esigente ma anche molti problemi relativi al quotidiano ed un enorme, caotico, traffico!!>> e qui a Max sfugge una risata solare, una di quelle che hanno sempre accompagnato questo personaggio così disponibile e schietto: un capitano vero per società, squadra e tifosi. <<Ricordo – continua Cappioli – parecchi momenti particolarmente felici ma indimenticabile fu l’accoglienza riservatami dai tifosi al mio arrivo così come la cavalcata dalla C1 alla B dopo un campionato condotto alla grande (ma che si materializzò in quella maniera così sofferta, al cardiopalma, in extremis per la “debacle” del Messina in quel di Avellino ndr) ma, soprattutto, la mia doppietta al Catania nel primo derby giocato: un momento straordinariamente felice>>. Ma fra tanti ricordi belli non ne può mancare almeno uno un po’ più triste ed è proprio questa la fase in cui colgo una leggera stilla di stizza nel nostro capitano “de Roma”: <<La mia seconda stagione a Palermo non fu proprio come me l’ero sognata. Avevamo cambiato allenatore e mi ritrovai ad esser impiegato molto meno pur riuscendo comunque a contribuire al raggiungimento del decimo posto finale>> poi continua: <<di quella squadra ho mantenuto rapporti più frequenti con Daniele Di Donato, con cui ci sentiamo spesso. Anche con altri occasionalmente ci si sente ma è con Daniele che si sono mantenuti i rapporti più amichevoli>>. A distanza di 15 anni Cappioli, dopo alcune brevissime esperienze da allenatore, ha deciso di lasciare il calcio e di seguirlo da lontano: <<Ormai faccio lo spettatore, a Bali, in Indonesia, dove vivo per 10 mesi all’anno>> ci spiega Max suscitando in chi lo ha apprezzato profondamente da calciatore un pizzico di rammarico per cotanto sapere calcistico volutamente messo in naftalina. Chissà… magari un giorno deciderà di tornare a legare il proprio cognome al nostro calcio a cui ha dato tanto e da cui ha avuto altrettanto nella propria vita. Come già detto il precario collegamento telefonico non mi permette di stabilire una conversazione ideale: Max Cappioli si trova nella hall di un albergo in montagna ed ha dovuto cercare una postazione idonea per mantenere il segnale percepibile e poter rispondere al mio contatto, come promessomi il giorno prima ma la sua disponibilità mi offre lo spunto per l’ultima richiesta: l’ormai consueto “consiglio del capitano” alla tifoseria Rosanero e di “PALERMO IN ROSA&NERO” in particolare: <<Io credo che questi calciatori si stiano meritando la stima di voi tifosi dimostrando ampiamente il proprio impegno, il proprio senso di appartenenza ed ottenendo dei risultati notevoli fino al raggiungimento della vetta della classifica. I tifosi non devono cedere alla voglia di contestare la società ma dovrebbero star vicini alla squadra per poter godere di un obiettivo comune: il ritorno in serie A!!>>. Come diceva lo slogan di una nota pubblciità di merendine di quando ero bambino: “LA MORALE E’ SEMPRE QUELLA…” adesso tocca a noi!! A buon intenditor…
"Alcune persone credono che il calcio sia una questione di vita o di morte, sono molto deluso da questo atteggiamento e posso assicurarvi che è molto, molto più importante di questo."Spero che le maglie caclio 2018 Serie A possano essere vendute nella nuova stagione.
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