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martedì 17 ottobre 2017
CAPITANI ROSANERO: ANTONIO TOTO' LOPEZ
Il "Capitano Rosanero" di cui vi parlerò stasera è anche uno dei più amati. Amato per meriti propri ed amato perché gran protagonista di uno dei Palermo più apprezzati dai tifosi dagli anni 80 a venire: Antonio "Totò" Lopez è nato a Bari il 17 gennaio del 1952. Arrivò nel Palermo nel 1980, a circa 28 anni e vi restò fino al 1983 quando fu ceduto al "suo" Bari con il quale riuscì a togliersi della bellissime soddisfazioni anche nella massima serie. In maglia rosa, il buon Totò collezionò ben 101 presenze segnando 8 gol. Lopez giocò oltre 350 gare nella sua carriera: 78 con 1 gol in serie A, 188 con 16 reti tra i "cadetti" e 93 con 5 marcature in serie C. Vi confesso che non è stato facile rintracciarlo ma, una volta "agganciato" mi sono ritrovato a dialogare amabilmente con una persona davvero speciale, dalla grande disponibilità: "Ti prego di darmi del tu: chiamami Totò!" è il suo esordio. "Non ti nascondo - continua poi - che quando mi dissero che dalla Lazio sarei sceso a Palermo ero un po' pensieroso perché chi non era mai stato giù da voi non poteva non venire influenzato da quei luoghi comuni che si sentivano in giro sul capoluogo siciliano. Una volta conosciuta e vissuta la vostra città, Palermo diventò anche mia: mi innamorai, ne fui così affascinato che entrò di forza nel mio cuore restandoci per sempre. Trascorsi a Palermo 3 anni stupendi...". Lopez è un'auto lanciata a gran velocità su un rettilineo, il suo racconto assume il vigore di un fiume in piena. Un fiume Rosanero. "Totò - gli chiedo - ricordi la gioia più grande e la più cocente delusione nei tuoi 3 anni a Palermo?". "Venivo dalla serie A dopo lo scandalo "calcioscommesse" che aveva toccato sia la Lazio che il Palermo stesso. Partimmo con una penalizzazione di 5 punti ma riuscimmo a salvarci con nostra immensa gioia. Una felicità incredibile. Io vinsi il "Guerin d'oro" con la fascia di capitano al braccio, quale miglior giocatore della serie B: una soddisfazione enorme! Il dolore più grande lo lego, invece, alla delusione patita nella stagione 1981-82. Guidati da Renna giocammo un campionato esaltante. Avevamo una squadra veramente super. Davvero forte! Equilibrata in tutti i reparti. Arrivammo alle ultime 6 partite con grossissime possibilità di promozione: il calendario era dalla nostra dovendo giocare ben 4 partite dentro casa e solo 2 fuori. La città ci credeva: dopo tantissimi anni si respirava aria di serie A. Ci penso spesso anche oggi. Sarebbe stato un trionfo. Ma alla vigilia di 2 trasferte decisive come Varese e Pisa la società sbagliò una mossa fondamentale: ci "spedirono" a Zurigo in pullman per una partita amichevole organizzata per i palermitani emigrati in Svizzera. Fu un viaggio massacrante! Rientrammo veramente a pezzi ed infatti contro il Varese giocai in condizioni pietose mentre a Pisa neppure potei giocare per via di un'intossicazione alimentare. Perdemmo entrambe le trasferte ed anche se ancora eravamo in corsa per la promozione l'effetto della doppia sconfitta fu per noi letteralmente devastante a livello psicologico. In quella doppia trasferta perdemmo il campionato ma l'amarezza che provai non fu limitata alle mie ambizioni: pensavo e mi struggevo per i nostri delusissimi tifosi". Chiedo ancora a Lopez di raccontarmi un episodio rimastogli dentro del periodo palermitano. "In 3 anni di aneddoti da raccontare ne avrei moltissimi ma in genere preferisco ricordare piuttosto che gli episodi, gli amici, tanti... tantissimi! Se devo proprio annoverare un episodio, beh... riguarda il giorno della mia partenza da Palermo. Ero molto amico di Elio Abbagnato (il papà della celebre ballerina Eleonora che allora aveva solo 3 anni), dirigente del Palermo di quegli anni. Con mia moglie eravamo già a bordo del traghetto che ci avrebbe portati a Napoli. In cuor mio ero molto triste. Avevo il magone perché non volevo partire da Palermo. Quando il traghetto si mise in movimento Elio, con la sua barca ci seguì a lungo urlandomi "Non te ne andare!! Non te ne andare!!!". Una scena da film... Amicizia e tenerezza non proprio soliti, almeno oggi, nel mondo del calcio. Gli chiedo con quale dei suoi compagni di allora abbia mantenuto rapporti di amicizia. "Con Massimo De Stefanis e Fausto Silipo, che vivono a Roma come me, ci vediamo spesso e ricordiamo quel periodo splendido recriminando per quella promozione svanita per un granello di sabbia." Dopo il calcio giocato Totò Lopez è stato a lungo sotto contratto CONI avendo operato al Circolo del Tennis di Roma ma oggi ha un progetto che bolle in pentola: "Si, insieme a Gianni Rivera abbiamo parlato di un'accademia del calcio. Convenivamo che da parecchi anni, ormai, il calcio italiano non riesce più a "sfornare" ragazzi ben dotati tecnicamente e predisposti tatticamente ad inserirsi nel calcio che conta. Ed allora ci piacerebbe contribuire a rilanciare questo tipo di calciatori, italiani, con una vera e propria Accademia. Rivera ha spesso "tuonato" in TV o sulla carta stampata sulla politica del calcio italiano relativamente ai giovani ma nulla è cambiato. Speriamo che questo sogno possa diventare realtà". In ultimo domando a Totò un consiglio ed un saluto per i componenti del gruppo PALERMO IN ROSA&NERO: "So che oggi ci sono parecchie difficoltà anche se non so esattamente com'è strutturata, in questo momento, la società. Ho tanto apprezzato il Palermo del primo Zamparini, capace di acquistare ottimi giocatori e di riuscire a esprimere un gioco e dei risultati di elevato livello. Adesso la delusione dei tifosi immagino sia alle stelle. Ecco: il mio pensiero è sempre a loro. Meritano grandi scenari, soddisfazioni e gioie. Il tifoso palermitano non merita di essere preso in giro e sono certo che se Zamparini vorrà potrà riportare il Palermo laddove gli compete. Lui lo può fare e lo sa fare. Non mollate mai e remate tutti dalla stessa parte". La lunga chiacchierata si conclude qui. Lopez mi saluta come fossi un vecchio amico e lasciando tanta ma tanta emozione nel mio cuore, un cuore tornato a battere velocemente per oltre mezz'ora proprio come il cuoricino di un bimbo di 8 o 9 anni.
Ivan Trigona
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