Terminata la prima rubrica "I miei Palermo" e felice dei positivi
riscontri, parte oggi un nuovo percorso che ho pensato di battezzare
"Capitan Rosanero". Forse non mi sono sforzato troppo per trovare un
titolo più "ad effetto" ma è stato il primo che mi è venuto in mente per
darvi l'idea del percorso che faremo: il racconto dei capitani dei
"miei Palermo": sempre quelli... solo quelli di cui posso parlare, dal
1980 al maggio del 2017. Partiremo con Fausto Silipo, il primo dei
"Capitani Rosanero" ma anche uno tra quelli più rappresentativi, uno dei
più carismatici, un uomo vero prima ancora che un leader in campo.
Silipo è nato a Catanzaro il 13 febbraio del 1949. Il suo "score" al
termine della carriera da calciatore parla di 65 presenze in serie A,
267 con 15 gol in B, 20 in C1 e 11 con 2 gol in D. A Palermo arriva a 29
anni, nell'estate del 1978, dopo un campionato nella massima serie al
Genoa e dopo ben 10 stagioni nella squadra della sua città tra la serie B
e la serie A. Rimarrà a Palermo fino al 1982, collezionando 108
presenze e 13 gol. Dopo Palermo solo altri 2 anni di carriera (a Cosenza
in C1 e poi a Castrovillari in serie D) per poi smettere nel 1984.
Terzino destro che a Palermo venne trasformato in "libero", ottima
propensione agli sganciamenti sui calci piazzati, Fausto Silipo si
segnalò per il ruolo di guida in campo e fuori per i compagni, status
che gli valse proprio la fascia di Capitano per meriti acquisiti. Il
primo ricordo che ho di lui risale ad un Palermo-Bari rocambolesco, un
3-3 alla Favorita, il 13 settembre del 1981 che, per come si delineò,
(doppio vantaggio dei Rosa che poi subirono la rimonta dei baresi fino
al loro vantaggio per 2-3 e pareggio solo allo scadere) provocò un
putiferio sugli spalti da parte di un pubblico rosanero stranamente
insofferente tanto che il direttore di gara dovette sospendere la
partita per un'invasione di campo e la polizia fu costretta a lanciare
sugli spalti i lacrimogeni per riuscire a calmare i tifosi. Avevo solo 8
anni ma l'unica immagine che ricordo di quella partita che vidi in
differita su Telesicilia il lunedì sera insieme a mio padre, fu quella
di un uomo solo, il Capitano, Silipo per l'appunto, capace di farsi
aprire uno dei varchi agli spalti ed andare a parlare direttamente coi
tifosi e provare a calmarli rischiando la propria incolumità. Ricordo
che fu strattonato ma non ebbe paura e di lì a poco la partita poté
riprendere. Gli chiedo come ricorda la propria esperienza qui a Palermo:
<<Eccezionale... Forse è pure poco!>> mi risponde lui. Poi
torno a "scavare" sul periodo di Silipo in maglia Rosa. Mi
incuriosiscono i suoi ricordi, quelli belli ma anche quelli negativi:
<<La gioia più grande fu quella di aver conosciuto Renzo Barbera
ed avere avuto la soddisfazione di ricevere diverse sue visite in
albergo tutte le volte che poi tornai, da allenatore, a Palermo. Il mio
ruolo di capitano, mi fu predetto proprio dal Presidente Barbera che me
lo scrisse su uno dei tanti telegrammi che amava mandarmi. Si, ho detto
proprio “telegrammi”! Ogni volta che voleva farmi i complimenti
lui amava parlare così, come fanno i signori: lui lo era! Il ricordo
più brutto è legato, invece, alla sconfitta nella finale di Coppa Italia
a Napoli. Ritornai da solo a Palermo dopo 2 giorni di viaggio. Nessuno
sapeva dove mi fossi cacciato. Scendevo dal treno ad ogni
fermata!>>. Chiedo a Fausto di raccontarmi un aneddoto della lunga
parentesi palermitana rimastogli impresso: <<Un giorno mi trovai
sotto casa, in via Belgio n°2, un giovane che poteva avere 16 o 17 anni.
Mi chiese un autografo, quasi balbettava dall'emozione. Era
delicatissimo, i suoi occhi molto tristi. Lo feci salire sopra, a casa:
ero solo. Capii che aveva fame. Si lasciò andare in un pianto dirotto.
Aveva perso da poco il suo papà. Non voleva andare più a scuola, da un
paio di giorni aveva abbandonato la famiglia non volendo gravare sulla
sua situazione economica. Io cercai di fargli capire che non era quella
la soluzione migliore. A scuola bisognava continuare ad andare ed
essendo il più grande di quattro fratelli doveva essere lui a sostituire
il suo povero papà. Poiché era abbastanza alto lo vestii, gli diedi dei
soldi da portare a sua madre e lo invitai a presentarsi il giorno dopo
alla Favorita. Feci fare una colletta ai compagni e la consegnammo a
Francesco (era questo il suo nome). Non lo vidi più. Passarono degli
anni. Allenavo a Vasto e alla fine di un allenamento si presentò un
giovane, distinto, signore. Era lui, Francesco. Mi abbracciò. Era
diventato direttore di un'azienda. Mi raccontò la sua storia. Grande fu
la mia soddisfazione ma anche l'emozione e l'orgoglio di aver
partecipato alla sua bella favola>>. Silipo oggi è diventato
selezionatore delle Under 16 e 17 della Lega Nazionale Dilettanti: è
tornato a lavorare con i giovani nella speranza di poterne lanciare
sempre di nuovi. Chiudiamo questa bella chiacchierata a distanza con un
augurio ed un consiglio ai tifosi di PALERMO IN ROSA & NERO:
<<L'augurio più sincero è che possiate tornare presto in Serie A,
categoria che meritate e che vi compete. Ai tifosi palermitani, quelli
speciali, non bisogna dare consigli: bisogna saperli ascoltare! Perché
parlano con il cuore!!>>. E detto da un grande come Fausto Silipo
ci possiamo credere, no?
Ivan Trigona.
Ivan Trigona.
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