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mercoledì 4 ottobre 2017
I MIEI PALERMO: 2015/16
Il Palermo 2015/16 nasce all’insegna dell’austerity. Durante il mercato estivo Zamparini promette numerosi colpi che non realizzerà mai. Il DS è Manuel Gerolin, in realtà uno “yesman” del Presidente dal quale riceve diktat ben precisi nell’ottica del risparmio sopra ad ogni altro interesse. Come allenatore viene riconfermato per il terzo anno di seguito Beppe Iachini al quale viene promessa una squadra di categoria che non verrà mai realizzata di fatto. Alle cessioni dei pezzi pregiati, Dybala e Belotti su tutti, non vengono posti un rimedi dello stesso livello qualitativo e così vengono ingaggiati l’anziano Alberto Gilardino e, proprio all’ultimo giorno di mercato, il giovanissimo Uros Durdevic, declamato come “il prossimo Dybala”. Beppe Iachini ci resta male ma preferisce mantenere il proprio basso profilo e malgrado tutto riesce a far giochicchiare una squadra che definire tale è proprio un eufemismo in quanto incompleta, inadeguata e mal concepita. Iachini resiste ben 12 giornate in sella al destriero zoppo rosanero e, dopo una partenza sprint tutto sommato alquanto fortunosa, si imbatte in un ciclo tremendo di 4 sconfitte consecutive. Dopo la vittoria a Bologna, il Palermo si rende protagonista di altre prestazioni discutibili culminate con la devastante sconfitta casalinga subita dall’Empoli alla quale, tuttavia, la settimana successiva si riesce a porre rimedio vincendo contro il Chievo sempre tra le mura amiche, pur soffrendo maledettamente. La vittoria contro i clivensi sembra aver definitivamente sancito la leadership di Iachini in seno alla propria squadra ma, proprio quando si percepisce la possibilità di ripartire, il tecnico ascolano viene inaspettatamente sacrificato per far posto ad un cavallo di ritorno: Davide Ballardini da Ravenna. Il mister romagnolo non dura più di 7 partite e viene esonerato a seguito del rapporto conflittuale con i “senatori” della squadra rosa, in particolare con il portiere Sorrentino. Questi, accusato da Ballardini di essere un uomo di Iachini e ormai quasi fuori rosa, viene schierato a sorpresa contro il Verona ed al Bentegodi sfodera una prestazione da 10 in pagella conducendo i suoi alla vittoria esterna. A fine gara il capitano del Palermo attacca pesantemente il tecnico raccontando di un suo assoluto silenzio proprio alla vigilia di una partita decisiva ai fini della salvezza, una gara poi vinta, secondo Sorrentino, “…preparando da soli una partita che valeva 6 punti”. Zamparini, dal canto suo, si schiera con il gruppo e dopo aver ottenuto il “NO” al proprio ritorno da parte di Iachini affida la squadra al “titolatissimo” Fabio Viviani. E dopo Viviani a Giovanni Bosi, e poi a Giovanni Tedesco per terminare con Walter Novellino ed il successivo ritorno del riciclato Ballardini. Il Palermo finisce sulla carta stampata di mezzo mondo come la squadra che ha cambiato più allenatori di ogni altra al mondo: ben 6 con 7 cambi di panchina in un solo campionato… Una mortificazione eccessiva per il popolo sportivo palermitano. Ma torniamo per un attimo indietro… Al giro di boa del campionato i siciliani sono ampiamente al sicuro mantenendo un vantaggio sul Frosinone, terzultimo, di ben 6 lunghezze ma nel girone di ritorno la squadra, di suo già molto modesta, paga i continui sussulti tecnici e societari ed inizia a scendere in classifica fino a venire risucchiata in piena lotta per non retrocedere. Ma l’ultimo passaggio di consegne diventa positivamente decisivo. Alla 33° giornata il tecnico ravennate riprende il proprio posto in panchina perdendo per 4-0 a Torino contro la Juve pur giocando una partita tosta fino al 71° minuto ma è dalla successiva che il Palermo ricostruisce la propria salvezza. Ballardini torna indietro sui propri passi, firma un armistizio con “i vecchi” ed affida la squadra proprio alla loro esperienza ed al loro carattere, forse contro ogni direttiva presidenziale. Questi condurranno la squadra rosanero verso una salvezza che giungerà all’ultima giornata con una roboante e festosissima vittoria casalinga contro un Verona già retrocesso ma mai domo. La salvezza ottenuta in extremis rappresenta evidentemente un enorme smacco per il Presidente Zamparini che se la lega al dito e nel corso della campagna acquisti seguente farà fuori, uno dopo l’altro, tutti i protagonisti della precedente salvezza: Sorrentino tornerà al Chievo, Maresca andrà proprio al Verona, Gilardino (che avrebbe tanto voluto chiudere la carriera a Palermo) verrà ceduto all’Empoli, Vazquez al Siviglia, in Spagna, e il tecnico Ballardini, deluso da una nuova e ottusa campagna acquisti fallimentare, si dimetterà alla seconda giornata pur con un ottimo pareggio ottenuto a San Siro contro i nerazzurri dell’Inter. Siamo quasi al limite della sopportazione per il tifo palermitano che non può passar sopra a tali affronti che, comunque, nulla saranno rispetto a quelli subìti nella successiva stagione di cui vi racconteremo, però, domani. Nella foto qui sotto si riconoscono in alto: Struna, Andelkovic, Pezzella, Gilardino, Jajalo e Alastra. In basso: Gonzalez, Morganella, Brugman, Vazquez e Hiljemark.
Ivan Trigona
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